Atrofia geografica: uno studio italiano mostra i benefici della riabilitazione neuro-visiva
Che cos’è l’atrofia geografica
L’atrofia geografica, nota come GA, è una patologia retinica, caratterizzata dalla perdita progressiva delle cellule della retina nella zona centrale dell’occhio (la macula), responsabile della visione nitida e dei dettagli.
Il termine atrofia indica che queste aree della retina iniziano a perdere le cellule che permettono di vedere i dettagli. L’aggettivo geografica invece deriva dall’aspetto delle aree danneggiate, che ricordano piccole macchie o isole su una mappa.
Queste macchie si espandono col passare del tempo creando punti scuri (scotomi) o poco luminosi nella visione centrale, che non possono essere notati ad occhio nudo e ritardare così la diagnosi.
In termini semplici, alcune cellule della retina smettono di funzionare e muoiono, creando vere e proprie “aree di vuoto” nella visione.
L’atrofia geografica è la fase più avanzata della degenerazione maculare legata all’età (AMD “secca”). Insorge generalmente dopo i 55 anni di età e la storia familiare gioca un ruolo importante: se un familiare ha la degenerazione maculare, il rischio di svilupparla aumenta di circa il 20%.
Durante l’esame della retina, è comune osservare delle piccole macchie giallastre chiamate “drusen”, biomarker dell’evoluzione della patologia stessa. Si tratta di depositi di materiale di scarto che aumentano in numero e dimensioni negli anni, quando il metabolismo della retina rallenta, un fenomeno che diventa più frequente con l’avanzare dell’età.
In che modo l’atrofia geografica influisce sulla vista
L’atrofia geografica non fa perdere tutta la vista, però riduce in modo significativo la qualità della visione centrale. In altre parole, chi ha l’atrofia geografic non vede più bene al centro, ma riesce ancora a vedere ai lati.
I sintomi più comuni includono:
- Macchia scura o sfocata al centro della visione
Alcune aree della visione centrale diventano scure o mancanti, come se ci fosse un “buco” nell’immagine. - Difficoltà a leggere e riconoscere i volti
Le lettere possono sembrare spezzate o mancanti e i volti diventano difficili da distinguere. - Visione distorta o incompleta
Alcuni oggetti sembrano “interrotti”, anche se la visione periferica resta generalmente intatta e permette ancora di muoversi e orientarsi nello spazio. - Problemi con la luce e il contrasto
Camminare in zone poco illuminate (come cinema o strade poco illuminate) o in piena luce può diventare difficile. - Difficoltà a guidare
Specialmente di sera, la percezione delle luci e dei dettagli diminuisce, rendendo la guida più complicata, se non impossibile. - Alterazioni della percezione dei colori
I colori possono apparire spenti o sbiaditi, riducendo la capacità di distinguere le sfumature.
Trattamenti dell’atrofia geografica
L’atrofia geografica è progressiva e irreversibile; attualmente non esistono cure in grado di ripristinare la retina danneggiata o di arrestarne completamente l’evoluzione.
Tuttavia, esistono diverse strategie per rallentare la progressione della malattia, preservare la funzione visiva residua e migliorare la qualità della vita. L’approccio è spesso multidisciplinare e personalizzato in base allo stadio della malattia.
Alcuni integratori oculari specifici possono contribuire a rallentare il deterioramento della retina. Anche uno stile di vita sano e attivo, con alimentazione equilibrata, controllo della pressione e protezione dai raggi UV, gioca un ruolo importante nella salute degli occhi.
Negli ultimi anni, la ricerca ha portato allo sviluppo di farmaci sperimentali (anti-VEGF) basati sulla somministrazione di un “DNA terapeutico”, tramite iniezioni intravitreali, mirati a rallentare la progressione della malattia. Ma come tutti i farmaci, possono avere alcuni effetti collaterali.
Alcuni studi, invece, hanno valutato l’uso del laser come possibile strategia per rallentare la progressione della degenerazione maculare intermedia verso le forme più avanzate, come l’atrofia geografica o la forma neovascolare. Tuttavia, al momento non esistono terapie laser approvate come standard clinico e la ricerca è ancora in corso per capire quanto possano essere realmente efficaci.
Il nuovo studio italiano basato sulla riabilitazione neuro‑visiva
Un recente studio clinico italiano1 ha valutato l’efficacia della riabilitazione neuro‑visiva in pazienti con atrofia geografica. Lo studio ha incluso 17 soggetti, sottoposti a un programma di stimolazione visiva mirata, finalizzato a migliorare la fissazione (la capacità di mantenere lo sguardo stabile su un punto) e la sensibilità maculare (la capacità della retina centrale di percepire dettagli luminosi e contrasto).
Lo studio ha valutati i partecipanti prima e dopo il programma con strumenti clinici standard e questionari sulla qualità della vita visiva.
I risultati dello studio, pubblicato su European Journal of Ophthalmology, hanno mostrato miglioramenti oggettivi e percepibili nella vita quotidiana, pur senza invertire il danno alla retina:
- acuità visiva corretta (BCVA): miglioramento medio da 0,55 a 0,39 LogMAR (scala che misura l’acuità visiva), equivalente a circa due righe in più sulla scala standard di lettura visiva.
- fissazione maculare: migliorata in stabilità, rendendo più facile mantenere lo sguardo su oggetti o testo senza spostamenti involontari.
- sensibilità maculare: aumento della capacità di percepire dettagli e contrasti nella zona centrale della retina.
- qualità della vita visiva: il questionario standardizzato NEI‑VFQ 25, che misura come i problemi visivi influiscono sulla vita quotidiana (lettura, guida, riconoscimento volti, attività quotidiane, benessere emotivo legato alla vista, ecc.), ha indicato un aumento del punteggio medio, da 55,05 a 62,18.
Questi risultati indicano che il programma di riabilitazione può ottimizzare l’uso della visione residua, migliorando sia parametri oggettivi sia la percezione soggettiva della vista.
Perché lo studio è importante
Pur con le dovute cautele, come il numero limitato di partecipanti e la mancanza di dati a medio-lungo termine, questo studio pilota evidenzia un potenziale reale. Ciò è particolarmente significativo perché i soggetti coinvolti erano nella fase più avanzata della malattia, dove le opportunità terapeutiche sono più limitate.
La riabilitazione neuro-visiva emerge come un complemento importante nella gestione dell’atrofia geografica: anche in assenza di cure risolutive, può offrire benefici concreti e misurabili.
Per chi convive con l’atrofia geografica, anche piccoli miglioramenti nella visione centrale possono trasformare la vita quotidiana, rendendo più facili attività come leggere, riconoscere volti o muoversi in sicurezza.
Vale quindi la pena informarsi e discutere con il proprio specialista sulle possibilità offerte dalla riabilitazione neuro-visiva: conoscere le opzioni disponibili è il primo passo per affrontare la malattia in modo più consapevole e proattivo.
Bibliografia
- Del Fabbro S, Jimenez B, Bianco L, et al. Neurovisual rehabilitation of patients with geographic atrophy secondary to age-related macular degeneration with AvDesk system. European Journal of Ophthalmology. 2025;0(0). doi:10.1177/11206721251349039
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