Chiasma ottico: quali sono i problemi legati a una sua lesione

Redazione Emianopsia
La redazione di Emianopsia
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Il chiasma ottico rappresenta l’incrocio attraverso cui transitano le informazioni visive dirette al cervello.
Sommario

    Come spesso accade in anatomia, per comprendere che cosa sia il chiasma ottico facciamo riferimento all’origine greca del suo nome: χιασμός, “chiasmos”, che significa “a forma di chi”, dove per chi  fa riferimento alla lettera greca x. Stiamo quindi parlando di una formazione anatomica che rappresenta il punto in cui i nervi ottici si incrociano (provenienti dall’occhio destro e dall’occhio sinistro); è proprio grazie a questo incrocio che si viene a creare quella tipica forma a x allungata.

    Partendo dalla retina, il nervo si estende verso il chiasma ottico dell’emisfero controlaterale all’occhio di partenza. Parliamo di un struttura anatomica che con le seguenti caratteristiche:

    • 12 mm di spessore
    • 8 mm di lunghezza
    • 4 mm di altezza
    • dista circa 5 o 10 mm dalla ghiandola pituitaria.

    Questa struttura anatomica rappresenta inoltre il punto in cui le fibre dei due nervi ottici si intrecciano parzialmente (si parla di decussazione), permettendo a metà delle fibre nervose di passare da un nervo ottico all’altro (l’altra metà delle fibre continua invece la propria corsa verso la parte di cervello corrispondente). Nello specifico la metà mediale delle fibre appartenenti ai due nervi, provenienti dalla metà nasale della retina e portatori delle immagini che provengono dalla metà laterale del campo visivo, si incrociano a x con quelli controlaterali.

    Cercando la sua collocazione precisa all’interno dell’anatomia cerebrale, la individuiamo in corrispondenza della linea mediana rispetto alla posizione degli occhi, poco sotto l’ipotalamo.

    Ecco qui un breve video pubblicato da Mind Time che mostra la struttura anatomica dell’apparato visivo e la posizione del chiasma ottico.

    https://www.youtube.com/watch?v=DZnyBVu4X88
    Apparato visivo: il video spiega la via dal punto di vista anatomico e come ciascun emisfero processa il campo visivo.

    La funzione

    Sappiamo che le informazioni visive provenienti dal mondo esterno rappresentano dati grezzi che hanno bisogno di un processo di lavorazione che avviene all’interno del nostro sistema nervoso. Questo processo che restituisce la capacità di vedere inizia dalla retina, è qui infatti che gli impulsi esterni vengono recepiti sotto forma di impulsi elettrici; il passaggio successivo avviene nei tratti ottici, è attraverso questi che le informazioni viaggiano per arrivare al cervello.

    Il percorso delle vie ottiche non è però univoco e lineare, presenta bensì una sorta di incrocio che porta i due tratti ottici a finire la propria “corsa” nella sezione del cervello opposta alla posizione dell’occhio di partenza.

    Nello specifico, le informazioni che riceviamo dal mondo esterno vengono recepite dalla retina sotto forma di impulsi elettrici; qui le immagini vengono proiettate al contrario grazie alla funzione del cristallino: la metà inferiore è proiettata sulla metà superiore della retina e viceversa.

    Dopo aver lasciato la retina, questi impulsi elettrici viaggiano attraverso i nervi ottici per arrivare al cervello, dove vengono elaborate tramite un processo che ci regala la vista. I due nervi ottici, tuttavia, non seguono un percorso univoco e diritto, bensì curvano e si incrociano, dirigendosi verso la porzione di cervello opposta rispetto alla posizione dell’occhio.

    Il chiasma ottico svolge, quindi, la funzione di veicolare le informazioni provenienti da una retina alla parte opposta del cervello.

    Lesioni del chiasma ottico

    Il fatto che questa struttura anatomica sia posizionata all’interno del cranio e nella zona inferiore del cervello, comporta un alto livello di protezione da traumi. È infatti molto raro che si manifesti una lesione in questa zona. Quando si riscontra un’alterazione della visione, è invece molto probabile che il danno sia causato di una compressione del chiasma, dovuta alla sua vicinanza con ipofisi e terzo ventricolo.

    Le cause

    Quando ciò avviene è necessario rivolgersi a un medico per individuare il fattore scatenante che ha portato a questa compressione. Tra le cause più comuni troviamo:

    • tumori dell’ipofisi;
    • meningioma;
    • incremento della pressione de liquido cefalorachidiano del terzo ventricolo;
    • malformazioni artero-venose.

    Sintomi

    La peculiare disposizione anatomica, precedentemente descritta, comporta un deficit visivo nella zona di campo visivo interessata dalla compressione. Grazie a un test del campo visivo si può quindi individuare il punto preciso dei tratti ottici in cui è localizzato il problema. Una delle problematiche a cui si può andare incontro è l’emianopsia.

    Se la compressione coinvolge la parte mediana del chiasma ottico può insorgere un’emianopsia bitemporale, in questo avviene una perdita della percezione della vista periferica, lasciando intatto soltanto il focus centrale del campo visivo.

    Qualora la compressione coinvolga le parti laterali del chiasma si può andare incontro a un’emianopsia binasale, situazione in cui a essere oscurato è il campo visivo nasale.

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