Deficit dell’attenzione e iperattività: come riconoscerlo?

Beatrice Ferrari
Terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva
5 minuti
Il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività può essere dovuto a una molteplicità di fattori, fra questi i più probabili hanno origine genetica.
Sommario

    La redazione di Emianopsia ha il piacere di ospitare la Dott.ssa Beatrice Ferrari, neuropsicomotricista dell’età evolutiva. La Dott.ssa Ferrari ci propone un approfondimento sui disturbi da deficit dell’attenzione e iperattività.

    Questo tipo di problematica rientra nei disturbi del neurosviluppo e influenza il comportamento dell’individuo caratterizzato da impulsività incapacità di mantenere l’attenzione sostenuta.

    I criteri del DSM-V

    Perché a un soggetto possa essere diagnosticato un disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività, secondo il DSM V1 devono essere presenti, prima dei 12 anni d’età, almeno 6 sintomi di inattenzione o di iperattività/impulsività per almeno sei mesi e manifestarsi in almeno due contesti di vita. Tali sintomi sono incompatibili con il livello di sviluppo e impattano negativamente sulle attività sociali e scolastiche/lavorative.

    Sintomi di disattenzione

    • non riuscire a prestare attenzione ai particolari o commettere errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro o in altre attività
    • difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle attività di gioco
    • sembrare poco attenti in una conversazione
    • non seguire le istruzioni e non portare a termine i compiti scolastici, le incombenze o i doveri sul posto di lavoro
    • difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività
    • provare avversione a impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto
    • perdere spesso gli oggetti necessari per i compiti o le attività
    • essere facilmente distratto da stimoli esterni
    • essere sbadato nelle attività quotidiane.

    Sintomi di iperattività e impulsività

    • agitare o battere mani e piedi o si dimena sulla sedia
    • lasciare il proprio posto in situazioni in cui si dovrebbe rimanere seduti
    • scorrazzare e saltare in situazioni in cui farlo risulta inappropriato
    • essere incapace di giocare o svolgere attività ricreative tranquillamente
    • essere “sotto pressione”
    • parlare eccessivamente
    • “sparare” una risposta prima che la domanda sia stata completata
    • interrompere gli altri o essere invadente nei loro confronti.

    Epidemiologia

    La percentuale di bambini con ADHD nel mondo si aggira tra il 3% e il 5% con un rapporto maschi/ femmine che va da 4:1 a 9:1. Tendenzialmente i sintomi si attenuano con lo sviluppo del bambino. Infatti, una percentuale variabile tra il 30% e il 50% presenta i sintomi anche in età adulta2.

    Cause

    Le cause del disturbo non sono ancora del tutto note, tuttavia si ipotizza una molteplicità di fattori di cui i più probabili hanno un’origine genetica o riferibili alle condizioni sociali e fisiche del bambino. Diverse indagini scientifiche hanno evidenziato l’importanza dei fattori genetici riconducibili a sofferenze encefaliche pre o post parto.

    Ricerche più attuali si sono concentrate sul comprendere i possibili neurotrasmettitori coinvolti. E’ stato ipotizzato una possibile ipofunzionalità del sistema dopaminergico che spiegherebbe la prevalenza del disturbo nei maschi rispetto alle femmine. Infatti, nei maschi il sistema recettoriale dopaminergico presenta una diversa organizzazione con modifiche evolutive diverse rispetto alle femmine3.

    Sintomatologia del deficit dell’attenzione e iperattività

     La sintomatologia principale è rappresentata da:

    • disattenzione
    • impulsività
    • iperattività.

    Disattenzione

    I sintomi relativi alla disattenzione si manifestano quando il bambino riscontra notevoli difficoltà a concentrarsi e rimanere attento per lunghi periodi di tempo. Si osservano difficoltà  di attenzione selettiva visiva e percettiva, di ascolto complessivo e selettivo per un tempo prolungato. Le problematiche attentive sono più evidenti di fronte a compiti poco motivanti e si possono trasferire anche a situazioni di gioco, in cui il bambino passa da un’attività all’altra senza completarne nessuna.

    Impulsività

    L’impulsività si riferisce ad azioni affrettate, il soggetto sembra incapace di riflettere e rispondere in modo coerente rispetto al contesto circostante. Tale incapacità non si manifesta solo durante un dialogo ma anche nel gioco quando è richiesta la turnazione. Inoltre, l’individuo tende ad intromettersi nelle conversazioni e attività altrui.

    Iperattività

    L’iperattività comporta attività motoria eccessiva. La persona manifesta incapacità a rimanere ferma e quando riesce a farlo tende ad agitarsi. Molto spesso i movimenti di tutte le parti del corpo non sono armonicamente diretti al raggiungimento di uno scopo.

    I bambini generalmente scelgono giochi di movimento e faticano in quelli a tavolino. Con la maturazione e un corretto intervento l’iperattività tende ad attenuarsi.

    In generale i bambini con disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività hanno rendimento scolastiche inferiore ai loro coetanei, pur avendo le stesse abilità intellettive. Le ragioni sono dovute alla sintomatologia del disturbo in particolare alla difficoltà attentive, di autoregolazione cognitiva, alle risposte impulsive e al comportamento iperattivo all’interno del contesto classe. Il bambino potrebbe non essere in grado di usare correttamente le competenze cognitive quali:

    • memoria di lavoro
    • strategie di problem solving e di inibizione delle informazioni irrilevanti.

    Tali competenze hanno ripercussioni sulla comprensione di testi scritti, sullo studio e sulla risoluzione di problemi.

    Facendo riferimento alla sintomatologia si identificano tre sottogruppi:

    • manifestazione combinata: sono presenti sia sintomi di disattenzione sia di iperattività-impulsività
    • insorgenza con disattenzione predominante: sono presenti i sintomi di disattenzione, ma non di iperattività-impulsività
    • manifestazione con iperattività/impulsività predominanti: sono presenti o sintomi di iperattività-impulsività, ma non quelli di disattenzione.

    Trattamento

    Il trattamento ideale per il deficit dell’attenzione e iperattività è rappresentato da un approccio globale, che coinvolge tutti i contesti di vita del bambino (scuola, famigli, sport..). Gli interventi si articolano in:

    • terapie comportamentali
    • interventi clinico-psicologici
    • farmaci.

    Terapia comportamentale

    Il trattamento ha l’obiettivo di individuare e modificare le contingenze ambientali positive e negative che incrementano o decrementano la frequenza di alcuni comportamenti. La criticità di tale terapia sta nella difficoltà di mantenere nel tempo il miglioramento ottenuto e nella generalizzazione. Affinché il bambino sia in grado di trasferire, nei suoi contesti di vita, quanto appreso in terapia risulta importante creare un’alleanza con famiglia e scuola.

    Parent Training

    Il parent-training ha lo scopo di migliorare il comportamento dei bambini attraverso l’aiuto delle figure genitoriali istruite sull’importanza di instaurare delle relazioni con i coetanei e di acquisizione di un ruolo attivo nell’organizzazione della vita sociale del bambino. I genitori diventano protagonisti del trattamento; gli viene pertanto insegnato a dare semplici e precise istruzioni, a rinforzare positivamente i comportamenti accettabili ed a osservare, riconoscere e contenere i comportamenti problematici.

    Terapia farmacologica

    La terapia farmacologica si effettua, su prescrizione del Neuropsichiatra infantile, con farmaci stimolanti o “non stimolanti” e deve essere accompagnata da altre terapie (comportamentali, psico-educative..) per ottenere la massima efficacia.

    In aggiunta alle terapie, alcuni pedagogisti forniscono tre linee guida principali4:

    • Sport: l’attività sportiva permette di impiegare le energie del bambino, insegna ad ottenere i risultati con dedizione e disciplina. È importante scegliere lo sport insieme al bambino affinché sia motivato a praticarlo.
    • Natura: il tempo trascorso in natura è il modo di preparare il bambino per qualsiasi apprendimento futuro. Inoltre, permette di effettuare collegamenti tra quanto imparato sui libri e l’esperienza di vita.
    • Arte: oltre alle arti grafiche si può far scegliere uno strumento musicale o il teatro. Tali attività favoriscono la relazione con gli altri bambini e aumentano le competenze di attenzione.

    Ringraziamo la dott.ssa Ferrari per averci fornito una panoramica sul deficit dell’attenzione e iperattività e vi invitiamo a leggere il suo articolo “Disturbi del neurosviluppo: quali sono?“.

    Bibliografia

    1. Disturbi del neurosviluppo estratto dal mini DSM-5, 2015, Milano, Raffaelo Cortina Editore.
    2. ADHD, Francesca Morelli, O.N.DA.
    3. Neuropsichiatria Infantile, Roberto Militerni, 2015, Edizione V, Idelson-Gnocchi.
    4. ADHD, Pensare oltre rispondere, 2017, Lib&Res, Milano.
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