Valutazione dell’emianopsia: test, metodi e strumenti di esame

Silvi Cadri
Dottoressa in Neuroscienze e Riabilitazione Neuropsicologica
7 minuti
La valutazione del disturbo emianoptico è un processo complesso che mira a ridurre le difficoltà e contrastare le limitazioni dovute al deficit.
Sommario

    Con il termine emianopsia si fa riferimento alla perdita della visione cosciente, in una porzione specifica del campo visivo, conseguente a una lesione alla via visiva primaria. In particolare, il disturbo emianoptico può dipendere da una lesione lungo la via che va dalla retina, attraverso il nucleo genicolato laterale (NGL) fino alla corteccia visiva (v. figura 1).

    Figura 1 - Relazione tra sede della lesione e deficit campimetrico
    Figura 1 – Relazione tra sede della lesione e deficit campimetrico

    Le caratteristiche del disturbo visivo sono determinate dalla localizzazione del danno che definisce il quadrante o l’emicampo visivo compromesso. Il deficit intacca una parte dello spazio nel campo visivo controlaterale alla lesione, per cui, dopo un danno cerebrale destro si avrà un’emianopsia che interessa l’emicampo visivo di sinistra e viceversa.

    L’emianopsia omonima sinistra, difatti, è tra le più frequenti dopo un danno cerebrale post chiasmatico e la causa più comune di questa sintomatologia negli adulti è l’ictus cerebrale, seguito da altre eziologie (agenti causali) come lesioni cerebrali traumatiche o tumori cerebrali.

    Le persone con emianopsia non scansionano correttamente il campo visivo e non utilizzano spontaneamente delle strategie compensatorie di ricerca visiva efficaci. La difficoltà principale interessa soprattutto l’esplorazione visuo-spaziale che risulta essere lenta e disorganizzata.

    Nella maggior parte dei soggetti emianoptici, la scansione oculomotoria (scanning visivo) è compromessa sia nel campo visivo cieco che in quello sano, sebbene la menomazione sia particolarmente pronunciata nel campo cieco.

    Emianopsia: le limitazioni nella vita quotidiana

    Queste compromissioni si traducono in importanti limitazioni per le attività di vita quotidiana: sono frequenti fenomeni di disorientamento, cadute e urto di ostacoli in situazioni dinamiche. Le persone con emianopsia, infatti, hanno difficoltà a orientarsi nello spazio o a trovare oggetti che si trovano nella parte del campo visivo danneggiata.

    Oltre a ciò, le difficoltà quotidiane variano in base alle condizioni del campo visivo: ad esempio, con una perdita della parte inferiore del campo visivo si ha più difficoltà a salire le scale rispetto a una perdita della parte superiore. La compromissione causa problemi nel valutare le distanze, orientarsi in mezzo alla folla o ad attraversare la strada nel traffico.

    Inoltre, questa condizione inabilita alla guida di un veicolo e limita l’autonomia della persona. L’emianopsia, quindi, consegue in una forte sofferenza psicologica e ha ripercussioni significative sul benessere psicofisico dei pazienti emianoptici.

    Valutazione e strumenti di indagine dell’emianopsia

    La valutazione del disturbo emianoptico è un processo complesso, volto a identificare il profilo sintomatologico del soggetto e impostare un trattamento d’intervento efficace che miri a ridurre le difficoltà e contrastare le limitazioni dovute al deficit. In genere, la difficoltà di esplorazione visiva si presenta in maniera differente nelle varie tipologie di emianopsia, per questo, per poterne effettuare una corretta interpretazione è necessaria una consistente batteria di test e metodologie che aiutino a differenziare la diagnosi.

    Tra le metodiche diagnostiche comunemente utilizzate per testare sistematicamente il campo visivo:

    • l’esame neuropsicologico, prevede l’utilizzo di esami specifici come la campimetria, o perimetria
    • test carta e penna e prove volte ad indagare l’attenzione e l’esplorazione visuo-spaziale.

    Inoltre, la valutazione funzionale del deficit è supportata da strumenti come l’oculometro, o eye-tracker, che permette di valutare l’efficacia delle saccadi, ossia il movimento dell’occhio più frequente.

    Campimetria: l’esame del campo visivo

    Nel dettaglio, durante la campimetria, viene chiesto al soggetto di individuare, tenendo lo sguardo in fissazione centrale, degli stimoli luminosi di varia intensità presentati in diverse posizioni del campo visivo. Generalmente, vengono utilizzate perimetrie per ciascun occhio in modo da ottenere una rappresentazione intera delle parti di campo visivo risparmiate e quelle lesionate.

    Nel caso di emianopsia sinistra, ad esempio, la campimetria evidenzia un deficit visivo spazialmente circoscritto, indipendente dalla natura dello stimolo, con zone di visione (in bianco) e altre (in nero) che mostrano l’entità del deficit (v. figura 2).

    Figura 2 - Emianopsia omonima sinistra
    Figura 2 – Emianopsia omonima sinistra

    Le prove di esplorazione visiva valutano la capacità di ricerca visiva di un obiettivo tra distrattori e possono essere svolte con vari protocolli. Al soggetto può essere chiesto di riconoscere delle lettere o denominare dei numeri proiettati sul campo visivo in ordine sparso.

    Tracciatori oculari del percorso visivo: i test di lettura

    Attraverso l’oculometro, invece, è possibile analizzare l’attività oculare di un individuo e ottenere una misurazione oggettiva del percorso visivo. Le prove di esplorazione visuo-spaziale, abbinate alla registrazione dei movimenti oculari con l’oculometro, permettono di valutare quanto sia organizzata e strategica l’esplorazione del campo visivo.

    Rispetto alla norma, le valutazioni dei soggetti emianoptici documentano alterazioni nei parametri spaziali e temporali in compiti di ricerca visiva; il comportamento oculomotore è caratterizzato da saccadi non regolari e un maggior numero di fissazioni che aumentano i tempi di scanning visivo. Di conseguenza, l’esplorazione visiva è inefficace e sembra spiegare le difficoltà soggettive lamentate, come quelle legate alla lettura.

    Dai test di lettura si possono osservare tempi di esecuzione elevati, scarsa accuratezza e parametri oculomotori deficitari (v. figura 3). Nello specifico, gli emianopitici destri presentano fissazioni prolungate con saccadi ipometriche verso destra e hanno difficoltà nella direzione della lettura e nell’esplorazione della riga. Invece, gli emianoptici sinistri presentano difficoltà nel passaggio alla riga successiva.

    Difatti, la lettura si presenta lenta, faticosa e ricca di errori.

    Figura 3 - Traccia oculomotoria in un compito di lettura di un paziente con emianopsia
    Figura 3 – Traccia oculomotoria in un compito di lettura di un paziente con emianopsia, in verde il progressivo delle fissazioni (immagine tratta dalla tesi di laurea in Ingegneria Biomedica “Metodi strumentali innovativi a supporto della valutazione del paziente con emianopsia” di Sara De Silvestri – marzo 2019)

    La valutazione funzionale dell’emianopsia

    La valutazione funzionale del disturbo emianoptico permette di inquadrare il profilo oculomotorio della persona, utile per individuare e implementare un intervento riabilitativo efficace. Grazie a training specifici per i disturbi di campo visivo, infatti, è possibile ampliare e potenziare le abilità visive residue tramite una pratica sistematica di movimenti saccadici e una stimolazione audio-visiva dell’emicampo cieco. Così, sfruttando meccanismi di plasticità cerebrale e di integrazione multisensoriale, si possono rinforzare funzioni compensatorie come strategie oculomotorie adeguate.

    In conclusione, poiché il recupero spontaneo del campo visivo avviene solo in una piccola percentuale di persone, il percorso valutativo e la presa in carico riabilitativa sono cruciali per ridurre il grado di disabilità e migliorare la qualità di vita quotidiana.

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