Emianopsia e Neglect: la diagnosi differenziale

Silvi Cadri
Dottoressa in Neuroscienze e Riabilitazione Neuropsicologica
8 minuti
Dopo un danno cerebrale, il neglect e l’emianopsia sono disturbi comuni che spesso vengono confusi a causa della complessità dei sintomi.
Sommario

    ll processo diagnostico differenziale applicato all’emianopsia e al Neglect prevede una valutazione accurata dei sintomi e dei segni neurologici, in particolare per gli aspetti visivi, cognitivi, comportamentali e motori.

    Inoltre, può essere utile sottoporre il paziente a test di neuropsicologia per valutare le funzioni cognitive, quali la memoria, l’attenzione, la comprensione verbale, l’orientamento spaziale e la percezione visiva. Una volta effettuato un corretto processo diagnostico, il medico può formulare la diagnosi, prescrivere un trattamento adeguato e programmare la riabilitazione.

    Nel percorso di riabilitazione neuronale è fondamentale distinguere con precisione la diagnosi, anche in situazioni più complesse come quelle dell’emianopsia e della negligenza spaziale unilaterale o neglect.

    Fondamentale la diagnosi

    Dopo un danno cerebrale, il neglect e l’emianopsia sono disturbi comuni che spesso vengono confusi a causa della complessità dei sintomi e incidono sul campo visivo temporale. In questi casi è essenziale utilizzare strumenti diagnostici e riabilitativi specifici, come test per l’emianopsia, valutazioni delle funzioni visuospaziali, test di orientamento spaziale, test di memoria e altre analisi strumentali come l’elettroencefalogramma o la risonanza magnetica.

    L’utilizzo di questi strumenti consente una diagnosi differenziale più accurata e una migliore gestione del processo di riabilitazione neuronale. La diagnosi differenziale può risultare difficile poiché entrambe le condizioni provocano difficoltà nella percezione e nella reazione agli stimoli nella metà dello spazio controlesionale, sia nei test che nella vita quotidiana. Inoltre, non è raro riscontrare la coesistenza di entrambi i disturbi, il che rende ancora più complessa la gestione dei sintomi.

    Per questo motivo è fondamentale effettuare una valutazione approfondita dei sintomi e, se possibile, eseguire esami strumentali per aiutare a individuare la causa del disturbo e determinare la terapia appropriata. Una volta effettuata la diagnosi, si possono selezionare i trattamenti adeguati per l’emianopsia o il neglect. Questi trattamenti possono comprendere l’utilizzo di tecniche di riabilitazione come esercizi di percezione visiva, attività cognitive, terapia cognitiva comportamentale, ecc. Inoltre, la terapia farmacologica può essere utile nella gestione dei sintomi dei tratti ottici.

    Una complessa condizione clinica

    Per definizione, l’emianopsia dipende da un danno alla via visiva primaria e si manifesta con un deficit in una porzione del campo visivo opposto alla lesione, contraddistinto da una perdita di visione in una porzione specifica dello spazio. Quindi, dopo un danno cerebrale destro, l’emianopsia interesserà l’emicampo visivo sinistro e viceversa.

    Anche nel neglect il deficit è controlaterale alla lesione cerebrale, ma di natura differente. La causa principale della patologia è una lesione associata, in genere, all’emisfero destro. Il deficit è definito dalla perdita di consapevolezza dello spazio opposto alla lesione, per cui, non si avrà più consapevolezza degli stimoli provenienti da sinistra, una vera perdita di metà del campo visivo.

    In particolare, il neglect è una ridotta tendenza a prestare attenzione, percepire e interagire con stimoli (visivi, acustici e tattili) provenienti dall’emispazio controlaterale alla lesione.

    Questa complessa condizione clinica, a seconda dell’area cerebrale colpita, può presentarsi in più modalità: visivo, uditivo, motorio, solo per le parole, percettivo o percettivo ma non esplorativo. In quest’ultimo, in particolare, la malattia è caratterizzata da cecità con percezione incosciente, ossia il meccanismo cerebrale inconscio continua a registrare e analizzare oggetti nello spazio negletto anche se non riescono a essere portati alla coscienza.

    Tra le sue varie forme, il neglect visivo viene comunemente posto in diagnosi differenziale con il disturbo di campo visivo emianoptico, con l’intento di sottoporre a confronto gli aspetti che maggiormente accomunano le due condizioni cliniche.

    Differenze nella valutazione neuropsicologica

    Durante la valutazione neuropsicologica vengono indagati domini cognitivi come l’attenzione e l’esplorazione visuo-spaziale, l’esplorazione dello spazio corporeo o la lettura. Inoltre, le persone vengono sottoposte ad esami come il Campo Visivo Computerizzato o campimetria, per valutare l’entità del deficit visivo. Generalmente, per misurare la consapevolezza del disturbo e la gravità della disabilità nella vita quotidiana, vengono sottoposti, durante una visita oculistica, anche questionari e scale che valutano l’impatto e la percezione del deficit negli individui.

    Le performance delle due popolazioni cliniche denotano due sintomatologie che si differenziano in vari punti. La prima differenza di base è l’entità del deficit visivo che nell’emianopsia, ma non nel neglect, intacca direttamente la via visiva primaria.

    Le campimetrie, difatti, evidenziano una difficoltà costante nei pazienti con emianopsia, indipendentemente dallo stimolo presentato ed evidente in uno spazio definito destro o sinistro. Mentre, nel neglect le campimetrie rilevano un deficit incostante, non spazialmente definito in cui gli stimoli di diversa natura possono indurre prestazioni variabili.

    Una differenza tra i pazienti emianoptici e quelli con neglect è che i primi presentano un’esplorazione visiva disorganizzata e tendono a scandire sia il campo visivo intatto che quello compromesso, mentre i soggetti con neglect esplorano in modo più intenso il campo visivo sano e poco o per niente il campo trascurato. Questo accade perché gli emianoptici sono consapevoli delle loro difficoltà, a differenza dei soggetti con neglect che sono anosognosici e quindi non hanno consapevolezza del loro deficit.

    Nel neglect, difatti, uno dei problemi principali è che la disabilità percepita dal soggetto è differente rispetto a quella osservata dai famigliari.

    Altro esempio di prove maggiormente utilizzate nelle valutazioni neuropsicologiche di queste sintomatologie sono i Test di Cancellazione (barrage) in cui viene richiesto di barrare tutti gli stimoli distribuiti casualmente in un foglio.

    Differenze nelle performance e nei test utilizzati

    I test possono essere presentati in vari modi (linee, lettere, stelle) e si differenziano per tipo, densità e per la presenza di distrattori. Durante le prove di cancellazione, in genere, negli emianoptici si osservano poche omissioni rispetto ai soggetti con neglect visivo, in cui le omissioni nello spazio affetto sono numerose e spesso associate a perseverazioni (fig. 1).

    Figura 1. Esempio di un test di cancellazione di Linee
    Figura 1. Esempio di un test di cancellazione di Linee di un paziente 28

    La bisezione è corretta nell’emianopsia con una possibile deviazione verso il campo cieco; mentre, nel neglect la bisezione è deviata verso il campo sano poiché i pazienti tendono a spostare il punto medio verso destra (fig.2). 

    Figura 2. Esempio di un test di bisezione di Linee di un paziente 29
    Figura 2. Esempio di un test di bisezione di Linee di un paziente 29

    Un altro compito molto utilizzato è la copia di semplici figure, in cui, i pazienti con neglect, rispetto agli emianoptici, risultano più compromessi e omettono le parti di sinistra con uno sbilanciamento evidente. 

    Le Prove di Disegno Spontaneo sono utili per determinare se vi sono segni di neglect di tipo rappresentazionale. Questo può essere rilevato attraverso omissioni, distorsioni o trasposizioni spaziali dal lato sinistro (fig. 3 e 4).

    Figura 3. Copia di figure
    Figura 3. Copia di figure 30
    Figura 4. Prove di Disegno Spontaneo
    Figura 4. Prove di Disegno Spontaneo 22

    Anche i test di lettura rivelano problemi diversi, come errori da parte degli emianopici e letture lente da parte dei soggetti con neglect, che includono errori di lettura delle singole parole e omissioni della colonna di sinistra.

    Inoltre, gli studi hanno dimostrato che l’uso di test ecologici è un ottimo modo per identificare il neglect.

    Il Behavioral Inattention Test (BIT, fig. 5) è una batteria di test complessa che permette di identificare le condizioni di neglect e di differenziarle da altre. Questo tipo di test può anche aiutare a costruire un profilo comportamentale del paziente, consentendo una migliore comprensione della sua situazione.

    Figura 5. Behavioral Inattention Test – BIT
    Figura 5. Behavioral Inattention Test – BIT 22

    In conclusione

    Per assicurare sufficiente stabilità e garantire che la performance sia correttamente interpretata, la valutazione deve avvalersi di una testistica consistente e prove che valutino i diversi livelli in cui possono emergere i disturbi. In entrambe le condizioni cliniche la disabilità riflette difficoltà evidenti nella vita quotidiana, per questo, è importante chiarirne le diagnosi e intervenire adeguatamente.

    È importante riconoscere che alcune prove standard possono non essere in grado di identificare in modo accurato il neglect. Pertanto, sono state sviluppate prove più complesse e realistiche che possano aiutare a identificare il neglect con prove standard ed ecologiche.

    Ad esempio, il Behavioral Inattention Test fornisce un profilo comportamentale del paziente utile per differenziare la sua condizione da altre. Inoltre, per assicurare una corretta interpretazione dei risultati, è importante utilizzare test che valutino i diversi livelli in cui possono emergere i disturbi.

    Bibliografia

    1. B. L. Zuber, J. L. Semmlow, and L. Stark, “Frequency Characteristics of the Saccadic Eye Movement,” Biophys. J., vol. 8, no. 11, pp. 1288–1298, 1968.
    2. Bowers, Alex R., Egor Ananyev, Aaron J. Mandel, Robert B. Goldstein, and Eli Peli. 2014. “Driving with Hemianopia: IV. Head Scanning and Detection at Intersections in a Simulator.” Investigative Ophthalmology & Visual Science 55 (3): 1540–48. https://doi.org/10.1167/iovs.13-12748.
    3. C. Perez and S. Chokron, “Rehabilitation of homonymous hemianopia: insight into blindsight,” Front. Integr. Neurosci., vol. 8, no. October, pp. 1–12, 2014.
    4. Chedru, F., M. Leblanc, and F. Lhermitte. 1973. “Visual Searching in Normal and Brain-Damaged Subjects (Contribution to the Study of Unilateral Inattention).” Cortex 9 (1): 94–111.
    5. Elgin, Jennifer, Gerald McGwin, Joanne M. Wood, Michael S. Vaphiades, Ronald A. Braswell, Dawn K. DeCarlo, Lanning B. Kline, and Cynthia Owsley. 2010. “Evaluation of On-Road Driving in People with Hemianopia and Quadrantanopia.” The American Journal of Occupational Therapy: Official Publication of the American Occupational Therapy Association 64 (2): 268–78. https://doi.org/10.5014/ajot.64.2.268.
    6. Facchin, A., & Daini, R. O. B. E. R. T. A. (2015). Deficit centrali di campo visivo. Platform Optic, ottobre.
    7. Felten, D. L., & Maida, M. S. (2017, March). Atlante di neuroscienze di Netter. Edra.
    8. G. Kerkhoff, “Restorative and compensatory therapy approaches in cerebral blindness – a review,” Restor Neurol Neurosci, vol. 15, no. 2–3, pp. 255–271, 1999.
    9. G. Vallar and C. Papagno, Manuale di neuropsicologia, Terza ed. Bologna: il Mulino, 2018.
    10. Goodwin, D. (2014). Homonymous hemianopia: challenges and solutions. Clinical Ophthalmology (Auckland, NZ), 8, 1919.
    11. Goodwin, D. (2014). Homonymous hemianopia: challenges and solutions. Clinical Ophthalmology (Auckland, NZ), 8, 1919.
    12. Grunda, T., Marsalek, P., & Sykorova, P. (2013). Homonymous hemianopia and related visual defects: Restoration of vision after a stroke. Acta neurobiologiae experimentalis, 73(2), 237-249.
    13. Ishiai, Sumio, Tetsuo Furukawa, and Hiroshi Tsukagoshi. 1987. “Eye-Fixation Patterns in Homonymous Hemianopia and Unilateral Spatial Neglect.” Neuropsychologia 25 (4): 675–679.
    14. J. N. Carroll and C. A. Johnson, “Visual Field Testing,” 2013. [Online]. Available: http://eyerounds.org/tutorials/VF-testing/.
    15. J. Otero-Millan, X. G. Troncoso, S. L. Macknik, S. MartinezConde, and I. Serrano-Pedraza, “Saccades and microsaccades during visual fixation, exploration, and search: Foundations for a common saccadic generator,” J. Vis., vol. 8, no. 21, pp. 1–18, 2008.
    16. Kandel, E., Schwartz, J., Steven, T. M., Siegelbaum, A., & Hudspeth, A. J. (2014). Principi di neuroscienze (IV). Milano: Casa Editrice Ambrosiana.
    17. Làdavas, E. (2012). La riabilitazione neuropsicologica. Bologna: Il Mulino.
    18. Làdavas, E., & Berti, A. (2014). Neuropsicologia. Bologna: Il mulino.
    19. M. Rolfs, “Microsaccades: Small steps on a long way,” Vision Res., vol. 49, no. 20, pp. 2415–2441, 2009.
    20. N. M. Dundon, C. Bertini, E. Làdavas, B. A. Sabel, and C. Gall, “Visual rehabilitation : visual scanning , multisensory stimulation and vision restoration trainings,” vol. 9, no. July, pp. 1–14, 2015.
    21. Passamonti, C., Bertini, C., & Làdavas, E. (2009). Audio-visual stimulation improves oculomotor patterns in patients with hemianopia. Neuropsychologia, 47(2), 546-555. Zhang et al. 2006
    22. PRISMA – Bollettino Di Aggiornamento Dell’associazione Italiana Ortottisti Assistenti In Oftalmologia. Spedisce: Centro Organizzazione e Congressi, via Miss Mabel Hill 9, 98039, Taormina, Anno 2013, Numero 2
    23. S. Pannasch, M. Joos, and B. M. Velichkovsky, “Time course of information processing during scene perception: The ii relationship between saccade amplitude and fixation duration,” Vis. cogn., vol. 12, no. 3, pp. 473–494, Apr. 2005.
    24. S. Schuett, “The rehabilitation of hemianopic dyslexia,” Nat. Rev. Neurol., vol. 5, no. 8, pp. 427–437, 2009. [16] T. M. Schofield and A. P. Leff, “Rehabilitation of hemianopia,” Curr. Opin. Neurol., vol. 22, no. 1, pp. 36–40, 2009.
    25. Zhang, X., Kedar, S., Lynn, M. J., Newman, N. J., & Biousse, V. (2006). Homonymous hemianopia in stroke. Journal of Neuro-ophthalmology, 26(3), 180-183.
    26. Zihl, J. (1995a). Visual scanning behavior in patients with homonymous hemianopia. Neuropsychologia, 33(3), 287-303.
    27. Zihl, J. (1995b). Eye movement patterns in hemianopic dyslexia. Brain, 118(4), 891-912.
    28. Toraldo A, Romaniello C, Sommaruga P (2017). Measuring and diagnosing neglect: a standardized statistical procedure. The Clinical Neuropsychologist. DOI: 10.1080/13854046.2017.1349181.
    29. Hemispatial neglect: clinical features, assessment and treatment – Scientific Figure on ResearchGate.
    30. Hemispatial neglect: clinical features, assessment and treatment – Scientific Figure on ResearchGate.
    Tags correlati campimetria diagnosi emianopsia eminegligenza
    Silvi Cadri
    Dottoressa in Neuroscienze e Riabilitazione Neuropsicologica
    Creative Commons Attribuzione Non Commerciale Non opere derivate

    Sei libero di riprodurre quest'articolo ma devi citare: il sito emianopsia.com, il titolo e il link.

    Non puoi utilizzare il materiale per scopi commerciali o modificare l'articolo per creare opere derivate.

    Leggi i termini di licenza completi Creative Commons presso questa pagina.

    Share Condividi questo articolo:
    Facebook LinkedIn Telegram Twitter WhatsApp

    Potrebbe interessarti anche...

    Aspetti psicologici dell’emianopsia
    Aspetti psicologici dell’emianopsia

    Strategie di adattamento e supporto psicologico possono migliorare la qualità della vita di chi convive con l’emianopsia. Un atteggiamento positivo e aspettative realistiche permettono di affrontare col piede giusto il percorso di riabilitazione.

    Emianopsia in relazione ad altre patologie
    Emianopsia in relazione ad altre patologie

    L’emianopsia è spesso il primo esordio di una malattia cerebrale grave (ad es. aneurismi, tumori e ictus). Esaminiamo alcuni rari casi di emianopsia correlati a patologie meno comuni.

    Trattamenti per l’emianopsia
    Trattamenti per l’emianopsia

    Scendere le scale, afferrare oggetti, leggere e scrivere sono alcune tra le difficoltà che i pazienti con emianopsia affrontano quotidianamente. Scopriamo come la riabilitazione gioca un ruolo importante nel recupero visivo.

    Classificazione delle emianopsie
    Classificazione delle emianopsie

    Facciamo chiarezza tra le tipologie di emianopsie, simulando la visione di un soggetto affetto da questo importante deficit del campo visivo.